PREVEDERE IL FUTURO DELLE BORSE E’ POSSIBILE?

PREVEDERE IL FUTURO DELLE BORSE E’ POSSIBILE?

13 settembre 2010
di Gianluigi De Marchi
I GRANDI CROLLI, UN EVENTO IMPREVEDIBILE, MA…
Da oltre un secolo si dibatte sulle previsioni sballate che sono state fornite dai cosiddetti “guru della finanza” che puntualmente non hanno anticipato uno solo dei gravi tracolli mondiali delle Borse.
Dall’inizio del ‘900 ad oggi si sono verificati almeno 4 crisi gravi, ma a scorrere le cronache si scopre che nessun “esperto” aveva messo in conto la possibilità di un crack.
Nel 1929, il martedì 29 ottobre (il famoso martedì nero) si verificò un tracollo del 12,5% in poche ore, senza che nessuno avesse messo in guardia i risparmiatori. Basta rileggersi le drammatiche pagine de “Il grande crollo” scritte da Galbraith per rendersene conto. I guru erano troppo indaffarati a stilare grafici, previsioni positive, modelli matematici per dar retta ai sintomi che già da settembre indicavano una crescente pesantezza del mercato.
Nel 1987, dopo 5 anni di rialzo forsennato a Wall Street, con l’indice Dow Jones salito da 777 (agosto 1982) a 2742 (agosto 1987) gli analisti sfornavano a raffica “report” ottimistici, facendo presagire addirittura un decennio di rialzi!
Ma già da agosto 1987 il mercato accusava colpi a vuoto, e i nodi vennero al pettine tutti insieme lunedì 19 ottobre (il famoso lunedì nero): in poche ore le vendite divennero un tornado, le quotazioni furono bloccate ma non furono bloccati i future (i contratti speculativi) che fecero tracollare Wall Street in pochi minuti del 22,6% (il peggior ribasso di tutta la storia mondiale delle Borse!).
Nessuno aveva previsto tale eventualità ed i pochi che avevano osato alzare la voce mettendo in guardia contro la follia dei rialzi furono zittiti e tacciati di essere delle “Cassandre”.
Sul finire del secondo millennio il mercato azionario si ubriacò con l’economia “senza confini”, la crescita infinita promessa da Internet, e tutti si buttarono ad acquistare titoli specializzati nelle nuove tecnologie, senza badare al fatto che le aziende americane tra il 1998 ed il 1999 facevano registrare utili in calo. Simbolo della Borsa americana divenne il Nasdaq che in sei mesi salì da 2736 (livello già altissimo!) ad oltre 5000 e gli “esperti” pronosticavano quota 10.000 in due anni…
Il sogno affondò nel marzo 2000, con valanghe di ordini di vendita: al Nasdaq molte società persero in poco tempo tra il 60% ed il 90% del valore, molte fallirono. Ed inevitabilmente lo scoppio della “bolla” si propagò anche al mercato principale di Wall Street ed a tutte le Borse del mondo.
I fanatici della “new economy” ammutolirono e sparirono dalla circolazione senza neppure chiedere scusa. Eppure anche in questo caso molti avevano messo in guardia contro gli eccessi: basti rileggersi le pagine del Sole 24 Ore da gennaio 2000 a settembre dello stesso anno per capire quanto i “maghi della finanza” abbiano sbagliato le previsioni (o forse leggevano Topolino e Superman invece dei giornali finanziari?).
E veniamo ai giorni nostri, con la bolla dei “subprime” esplosa nel 2007.
Dal 2003 le Borse iniziarono un violento ciclo di rialzo, nell’euforia della ripresa americana, trainata soprattutto dal settore dell’edilizia; settore “drogato” dai mutui “subprime” concessi cioè a persone che erano prive del requisito fondamentale: la capacità di rimborsare i mutui.
Ma ecco la trovata “geniale”: si concedono prestiti a tutti, li si vendono immediatamente ad una “società veicolo” che li impacchetta in obbligazioni che vende ad una grande banca “d’affari” che a sua volta (dopo averci messo su il “bollino blu” del proprio rating positivo) li vende ai risparmiatori e agli investitori istituzionali di tutto il mondo. Il meccanismo va avanti finché, come inevitabile, i debitori smettono di pagare le rate, innescando una catena spaventosa di insolvenze dei grandi colossi mondiali: ne fa le spese Lehman Brothers (che deve chiedere il concordato preventivo), ma anche Goldman Sachs, Merrill Linch, Bank of America e via via tutti i grandi istituti mondiali che sono obbligati a chieder aiuto agli Stati.
Nessuno aveva previsto che i “subprime” avrebbero potuto provocare problemi, anzi se ne magnificavano le grandi doti “sociali”…
CONCLUSIONI (UN PO’ AMARE…)
La storia è piena di personaggi che, fin dalla notte dei tempi, hanno cercato di descrivere in anticipo cosa sarebbe successo il giorno dopo o l’anno dopo, come sarebbe finita un’importante battaglia, chi avrebbe sposato il re di Spagna e così via.
Auguri, aruspici, cartomanti, chiromanti, astrologi, lettori di fondi di caffè, l’umanità pullula di gente che afferma con sicurezza di poter “leggere il futuro”.
Come sempre, è bene diffidare da chi semina certezze, e coltivare il sano dubbio.
E’ sbagliato fidarsi ciecamente delle previsioni, è sbagliato credere che qualcuno possa veramente prevedere il futuro (chi vi dice che la borsa salirà nei prossimi tre mesi ha le stesse probabilità di azzeccare la previsione di colui che dice il contrario, così come avviene se andate da due astrologi diversi…), ma se si investe con oculatezza, se si fa il passo lungo come la gamba, i risultati non possono mancare.
Tutto qui?
Tutto qui, saggezza e buon senso.